Interpretare il nostro Patrimonio

Interpretare il nostro PatrimonioPiù di sessant’anni fa Freeman Tilden scrive Interpretare il nostro Patrimonio, un libro capace di segnare il destino di una pratica in realtà molto più antica.

Semplice, a tratti lapalissiano, ma proprio per questo potente. 

Tilden, figlio del suo tempo, ha avuto una grande opportunità: prendersi il tempo per osservare il lavoro delle guide del National Park Service. Senza condurre una vera ricerca, analizza le sue impressioni e si rende conto di due aspetti fondamentali: non tutti hanno un talento comunicativo innato e chi l’ha è guidato da un momento d’ispirazione, molto intuito e una buona dose di carisma.

Nel libro Tilden si sofferma, osserva, analizza, tutti coloro che hanno davvero saputo fare la differenza nel loro modo di raccontare qualcosa ad un pubblico non specialistico, non solo guide, ma anche gli insegnanti, i divulgatori, i grandi filosofi, gli scrittori e i poeti, gli scienziati, i giornalisti.

Con i sei principi di Tilden nasce la metodologia codificata dell’Interpretazione del Patrimonio.

Tilden si mette alla ricerca di ciò che li accomuna, di quella che definisce una pratica filosofica e si impone di sintetizzarla in principi che possano essere insegnati, e che possano diventare quei passaggi ‘mai più senza’ che rendono la comunicazione educativa efficace.

I sei principi, ad una prima lettura, possono sembrare molto semplici, quasi scontati. Ma ogni parola è calibrata e densa di significato. Cambiano la prospettiva con cui la guida, ma anche l’insegnante, il divulgatore, si pone nei confronti del proprio pubblico. Ciò che interessa non è, solo, ciò che si vuol dire, ma cosa interessa al pubblico, chi è l’altro. 

Tilden sposta le luci della ribalta dall’attore al pubblico. É questo il primo passo, rivoluzionario, del suo lavoro.

L’interpretazione del Patrimonio per Tilden è aiutare le persone a dare un senso a ciò che vedono, entrare in relazione personale con i luoghi, le mostre, l’arte e gli aspetti tecnici, che così diventano portatori di valori e non solo informazioni.

Il suggerimento di Tilden è di avvalersi ed affinare tutte le arti più adatte per rivelare le relazioni, i contesti, i significati profondi che si nascondono dietro all’apparenza, allo sguardo superficiale. L’invito è quello di andare oltre, rivelare ciò che l’occhio del profano non può cogliere e metterlo in relazione con il vissuto di ciascuno. Lo scopo è quello di coinvolgere non solo tutti i sensi, non solo la vista, ma anche l’intelletto, il cuore e l’anima dei visitatori.

Interpretare per i visitatori implica un elevato livello di concettualizzazione teorica, un’accurata progettazione dell’esposizione delle informazioni e una selezione delle tecniche e dei metodi della performance interpretativa.

Il rifiuto di ogni forma di pedanteria scolastica si trasforma in uno stile di scrittura leggero e coinvolgente. I sei principi sono illustrati da esempi concreti, lontani per noi nel tempo e nello spazio, ma ugualmente utili.

Per mantenere scorrevole la lettura Tilden sceglie di lasciare alcuni concetti sospesi. Sono questi gli spunti di riflessione che hanno ispirato molti altri autori dalla prima pubblicazione del libro ad oggi.

É curioso, ma ogni volta che ci si imbatte in una buona pratica, anche la più innovativa, ritroviamo i sei principi di Tilden.

L’Interpretazione del Patrimonio ha fatto molta strada da allora, diventando una pratica molto più pervasiva anche nella gestione dei Beni del Patrimonio naturale e culturale, ma sotto sotto, Tilden ci strizza l’occhio e i sei principi saltano ancora fuori.

Ed ecco allora, perché non usarli da subito? Nello scrivere questo libro Tilden vuole fornire gli strumenti concreti, che possano facilmente essere messi in pratica, per raggiungere l’eccellenza professionale.

 

 

Categories:

Comments are closed